Di nobili origini Gaetano nacque a Vicenza nell’ottobre del 1480 dal conte Gasparo Thiene e da Maria Porto. Gli fu dato il nome di Gaetano in onore di un suo zio, famoso canonico e professore dell’Università di Padova, nativo di Gaeta. Perse in giovanissima età il padre, morto nel 1492, e la sua educazione venne curata dalla madre. Studiò all’Università di Padova, dove il 17 luglio del 1504 conseguì la laurea “in utroque jure”. Gaetano non esercitò mai la sua professione di avvocato, preferendo indirizzarsi verso lo stato di religioso, anche se non si fece subito ordinare sacerdote perché non si sentiva degno. Fondò in quei primi anni di permanenza a Vicenza nella tenuta di famiglia a Rampazzo una chiesa dedicata a S.Maria Maddalena, che è ancora oggi la parrocchia del luogo. Trasferitosi a Roma nel 1506, divenne subito segretario del papa Giulio II, da cui ebbe l’incarico di scrittore delle lettere pontificie. La Roma di allora viveva il momento d’oro dell’arte rinascimentale, ma non brillava certo per santità di costumi. Gaetano non si lasciò abbagliare dallo splendore della corte pontificia, né si scoraggiò per la miseria morale che vedeva. Prese ad assistere gli ammalati dell’Ospedale di San Giacomo e si iscrisse all’Oratorio del DivinoAmore, associazione che si riprometteva di riformare la Chiesa partendo dalla base. Nel settembre del 1517 accettò di essere ordinato sacerdote, ma solo a Natale di quell’anno volle celebrare la prima messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Durante detta celebrazione avvenne un fatto prodigioso: ad un certo punto gli apparve la Madonna che gli depose fra le braccia il Bambino Gesù. Perciò, tante immagini lo ritraggono in abiti sacerdotali con il Bambino Gesù in braccio. Ritornato nel Veneto nel 1520 fondò alla Giudecca di Venezia l’Ospedale degli Incurabili. Tornato a Roma nel 1523, insieme con altri tre suoi amici (Bonifacio Colli, Paolo Consiglieri e Giampietro Carafa, vescovo di Chieti, futuro papa Paolo IV) chiese ed ottenne dal papa Clemente VII l’autorizzazione a fondare la “Congregazione dei Chierici Regolari”, detti poi Teatini dall’antico nome di Chieti “Teate”.
Secondo le costituzioni dell’Ordine, i suoi chierici non dovevano possedere niente e non chiedere nemmeno l’elemosina, accontentandosi solo di ciò che i fedeli offrivano spontaneamente e di quanto la Providenza mandava ai suoi figli. Nel 1527, durante il feroce sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi, anche Gaetano fu seviziato e imprigionato nella Torre dell’Orologio in Vaticano. Riuscito a liberarsi si rifugiò a Venezia. Nel 1533, per volere del papa Clemente VII, si trasferì insieme con il suo collaboratore Giovanni Marinoni a Napoli, stabilendosi prima all’Ospedale degli Incurabili e poi nella Basilica di S.Paolo Maggiore. Fondò a Napoli ospizi per anziani, potenziò l’Ospedale degli Incurabili, fondò i Monti di Pietà, da cui nel 1539 sorse il Banco di Napoli; suscitò nel popolo la frequenza assidua dei sacramenti, stette loro vicino durante le carestie e le ricorrenti epidemie, come il colera. Per ironia della sorte fu proprio il teatino cofondatore Giampietro Carafa, divenuto papa Paolo IV, a permettere che nell’Inquisizione si usassero metodi diametralmente opposti allo spirito della Cong regazione teatina, essenzialmente mite, permissiva, rispettosa delle idee altrui. Quando le autorità civili vollero instaurare nel Viceregno di Napoli il Tribunale dell’Inquisizione, il popolo partenopeo si ribellò. La repressione spagnola fu violenta e ben 250 napoletani vennero uccisi. Gaetano fece di tutto per evitare quel massacro; e, quando si accorse che la sua voce era inascoltata, offrì a Dio la sua vita in cambiò della pace. Morì a Napoli il 7 agosto del 1547 e venne sepolto nella Basilica di S. Paolo Maggiore, dove tuttora riposa. Venne beatificato il 23 novembre del 1624 da papa Urbano VIII e canonizzato il 12 aprile del 1671 da papa Clemente X.